Semper Fidelis
(ultima parte)
Quando se n'erano ormai andati, solo il vento sembrava accorgersi di quella statua, sfiorandola per continuare il proprio corso...ma non era l'unico essere umano che ne interrompeva l'andamento...
...pian piano, attendendo il momento propizio, l'anziano guerriero Wangtzi era uscito dal proprio nascondiglio,
e senza perdere altro tempo, sperando che non fosse troppo tardi per quel suo giovane e pazzo allievo, si avvicinò alla statua, attaccandovi un piccolo fogliettino sul quale era inciso un' antica inscrizione.
Con l'indice e il medio poggiati su di esso, l'uomo si concetrò fino ad invocare il Dao, e cominciò a pronunciare parole di una preghiera in un'arcana lingua...
Leo cadde a terra, con i polmoni che reclamavano aria...dopo aver ripreso un respiro regolare, guardò il suo vecchio maestro, che lo osservava in un misto tra rabbia e delusione...
<<Dov'è Yun Shan?>> chiese Leo con disperazione
Wangtzi non lo rispose, ma con gli occhi gli fece comunque intendere la risposta:
"Lei non è affar tuo...non lo è mai stato e mai lo sarà! Dimenticala..."
Leo sgranò gli occhi...no...no...non l'avrebbe MAI abbandonata, né lei, né il loro bambino...sempre se non l'avevano già...
Sentì un dolore acuto al cuore a quel pensiero...il figlio suo e di Yun Shan...non doveva abbondonarli, non doveva...
<<"Faber quisque est suae fortunae"!>> pronunciò il giovane
<<Ammetto la mia ignoranza nella lingua dei tuoi antenati...>> rispose Wangtzi:
<<...ma forse fin qui ci arrivo anch' io..."Ognuno è costruttore del proprio destino"....giusto?
Ad un cenno affermativo di Leo, l'anziano maestro rise con amarezza e compassione...
<<Perdonami, Leonardo...ma i tuoi latini erano degli stolti! Perchè combattere contro qualcuno più forte ed esperto di te, se si conosce già il risultato? Il destino ha deciso per te i tuoi limiti...>>
<<I "miei" latini...ci hanno tramandato una storia...>> rispose Leo, sapendo di avere l'attenzione del suo maestro:
<<Un grande del loro popolo, fondatore di quello che sarebbe divenuto il più grande impero di allora e per molti secoli a venire, un valoroso condottiero di nome Cesare, una notte dovette attraversare uno stretto da mare molto pericoloso, pattugliato dai suoi nemici, su di una minuscola barchetta, per non essere avvistato. Ma si scatenò un violento temporale, un vento altissimo, e il povero nocchiero, terrorizzato e stremato, non riusciva più a muovere un muscolo.>>
<<Allora Cesare gli si avvicinò e gli disse: "Coraggio! Tu porti Cesare e la sua fortuna!", e a quelle parole il nocchiero ritrovò la forza di remare, e condusse Cesare dall' altra parte delle riva, lottando contro la furia degli elementi. Cesare vinse la battaglia contro il nemico e...il resto è storia.>>
<<E lo scopo di tutto ciò?>> chiese poco fiducioso Wangtzi
<<Abituare i giovani a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà, e a formare la convinzione che i padroni del nostro destino siamo solo noi, con la nostra forza d'animo e il nostro coraggio!>>
Wangtzi schioccò la lingua:
<<Questi tuoi bei racconti avranno incantato Yun Shan, ma non funzionano con me Leo....vattene via, tornatene a casa, e dimentica la Cina!>>
<<Io non l'abbandono!!>> rispose Leo furioso
<<Ma cosa credi di fare, Leo?>> gli chiese il suo vecchio maestro con stanchezza nella voce:
<<Non c' è niente che tu possa fare per salvare Yun Shan dal sua destino...ed ora sul serio ragazzo, vattene via! Io torno a palazzo, prima che qualcuno si accorga della mia assenza....vedi di non farmi pentire di averti salvato, o ritroverai anche me sulla tua strada!>>
Detto ciò, Wangtzi sparì agilmente tra il fitto fogliame della foresta di bambù, diretto al palazzo...
Leo alzò il capo alle stelle: era ovvio che non se ne sarebbe andato...
<<Semper fidelis...>> sussurò prima di compiere un balzo tra gli alberi, all'inseguimento delle Volpi Volanti...
"Ci sono giorni in cui ti svegli, e la gabbia è inspiegabilmente aperta...ma è solo un'illusione.
Cosa ti resta da fare, allora? Torni a dormire, o vuoi svegliarti una volte per tutte?"
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Per l'ispirazione al racconto al quale questa ministoria fa da prologo, credito "L'impero dei Draghi", di Valerio Massimo Manfredi.
Di sicuro, chi ha letto letto il libro, ha riconosciuto i nomi di "Yun Shan", "Wangtzi" e "Volpi Volanti". Un tributo, null'altro.
La storia si discosta totalmente dal libro, ma mi sono permessa di riportare questo dialogo finale, avvenuto tra Marco Metello e Dan Qing.
Grazie per aver letto "Semper Fidelis"